Title
trad. dallo spagnolo di Antonio Bux
NEL GIOCO CHE SIAMO
Se potessi scegliere, sceglierei
la salute di sapere che siamo malati,
questa fortuna d’essere così tristi.
Se potessi scegliere, sceglierei
l’innocenza di non essere mai innocente,
la purezza dove mi sento così impuro.
Se potessi scegliere, sceglierei
l’amore con cui odio,
questa speranza che mangia
il pane più disperato.
È che qui, signori,
io mi gioco la morte.
*
EL JUEGO EN QUE ANDAMOS
Si me dieran a elegir, yo elegiría
esta salud de saber que estamos muy enfermos,
esta dicha de andar tan infelices.
Si me dieran a elegir, yo elegiría
esta inocencia de no ser un inocente,
esta pureza en que ando por impuro.
Si me dieran a elegir, yo elegiría
este amor con que odio,
esta esperanza que come panes desesperados.
Aquí pasa, señores,
que me juego la muerte.
LA RUOTA
L’arco o ponte che si estende
dalla tua mano alla mia quando
non ci tocchiamo, apre
un fiore lì in mezzo.
Cosa tocca, cosa muta, cosa rompe
il vuoto delle mani
sole nel proprio sforzo?
È vero, un fiore nasce,
fa estate a maggio come un
errore del linguaggio
ed è vero, si sbaglia.
Perché questo scempio?
Sulla pagina che siamo
il tuo corpo scrive.
*
LA RUEDA
El arco o puente que va
de tu mano a la mía cuando
no se tocan, abre
una flor intermedia.
¿Qué toca, qué retoca, qué trastoca
ese vacío de las manos
solas en su fatiga?
Nace una flor, sí,
se agosta en mayo como una
equivocación de la lengua
que se equivoca, sí.
¿Por qué este horror?
En la página de nosotros mismos
tu cuerpo escribe.
È VERITÀ
Ogni giorno che passa
mi avvicino di più al mio scheletro.
Sta venendo finalmente fuori.
L’ho portato in giro per anni
nella buona e nella cattiva sorte
senza sapere niente, mentre lui
un continuo domandare, non vedendo
cosa fosse la fortuna o l’ingiustizia,
e mai un lamento, mai
un distanziarsi dentro effimero.
Ora che quasi scruta l’aria intorno,
cosa penserà la clavicola rotta,
gioiello splendido, ginocchio
da me trascinato sopra pietre
tra falsi perdoni, eccetera.
Scheletro saccheggiato, presto
nessuna velleità disturberà il tuo sguardo.
Sopporterai l’universo nudo.
*
VERDAD ES
Cada día
me acerco más a mi esqueleto.
Se está asomando con razón.
Lo metí en buenas y en feas sin preguntarle nada,
él siempre preguntándome, sin ver
cómo era la dicha o la desdicha,
sin quejarse, sin
distancias efímeras de mí.
Ahora que otea casi
el aire alrededor,
qué pensará la clavícula rota,
joya espléndida, rodillas
que arrastré sobre piedras
entre perdones falsos, etcétera.
Esqueleto saqueado, pronto
no estorbará tu vista ninguna veleidad.
Aguantarás el universo desnudo.
31/05/2021