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Sei il poco, disse. Sei il meno di luce tolta al raggio. Sei la sfinita piega del bianco tra la morte e il mondo. Ma non ci penso e non mi importa. Ho di te la verità del taglio e la pigra grazia che lo attraversa.
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Esiste – disse la voce – esiste
la cagna silenziosa che lecca
la cucciolata nel buio, l’avvoltoio
che celebra il cadavere con un grido.
Ma io ho visto
la scultura sanguinare da una narice
la nascita aprire le fondamenta
delle mura, la crepa
sparire sulla pietra sotto gli occhi di tutti
e così
dirsi ti amo è stato
l’istante del coltello che logora
la tela, la vena
e la sua ricca fioritura
di meraviglia.
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Estrai i tuoi vocaboli nuovi dall’ossario. Esponili alla loro ovvia brillantezza, ai loro crampi di dolore. Con la voce appoggiata al filo spinato, col sole che ci inoltra le sue mille lame nel petto. Oggi siamo felici. I bambini fiatano nella bocca del mondo e fanno luce aprendo le mani. Non andartene più, e dalle ciglia ti volano semi d’oro, attese, tormenti.
Tu dillo, e saremo. Con le fiamme fra i denti, saremo. L’ultimo grammo di ossigeno che si insinua in una frattura. Saremo noi stessi la frattura, lo sfogo del getto d’acqua, un’alluvione nella memoria. E saremo gentili nella lotta, radunando dolcemente cadaveri e fogliame.
Vi prego, corpi di qui. Vi amo, corpi di qui. C’è dell’acqua sulle dune delle vostre pance gonfie. C’è un tremolio di anelli, una radice trasparente, una nascita, il sangue.
Francesco Iannone è nato nel 1985 a Salerno. Ha pubblicato le raccolte Poesie della fame e della sete (Ladolfi, 2011), Pietra lavica (Aragno, 2016), Prima opera del gesto (peQuod, 2022), le plaquette Le belve erranti (Nervi, 2019), Pasifae (Cervi volanti, 2020), L’usignolo di ferro (’round midnight, 2020) e il romanzo Arruina (il Saggiatore, 2019). Collabora con il quotidiano «Il Foglio».
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Immagine di copertina: Alberto Burri, Copertina 24, 1953-1954
21/10/2022