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Quando nevica e la neve muore
il vitello verso il mattatoio
solleva il muso e l’assapora.
Il fiocco si posa come cenere sulle spoglie
e si disperde.
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E anche se ho il fiato corto nell’abbaio,
anche se arrivo ultima, anche se cazzo non ti accorgi
che una scelta ammazza; provvedo alle vivande, mi dicevi,
alle cibarie. Microcippate e sterilizzate di razza randagia,
col busto calmo e lo scheletro incollato agli ovidotti
scendiamo in campo o tra le braccia
dell’omuncolo o tizio nano, dipende da cosa piace.
Non ti accorgi che una porta aperta è un istante
dietro al volto di cappuccetto rosso che corrompe il lupo
in una cella finché mangi la nonnina per avere per sé
un letto caldo e un cacciatore di velluto rosso.
Dicono che dal colore della merda dipenda il buono stato
di salute mentale mentre una foglia ostenta un vestito
di mosche e di luna seppia. Seppi, anziché stufarmi di queste
rughe, che l’uomo ha minacciato l’immagine di sé
tra le bocche inesplorate in un tempo sporco o dimenticato.
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Capezzoli mammelle uteri
il sesso a poco prezzo
sfila appeso nella corsia centrale del mattatoio.
La luna entra nel vetro del lampione
bruciandosi esplode in un’attrazione fatale,
una cupola di luce rossa si riflette
nella stanza: sexy bordello
senza alcuna immaginazione.
Da un po’ di tempo le razze nostrane
hanno ceduto il passo alle straniere:
Wagyu, Aberdeen, Fjall Svedese.
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Ancora cosciente mi rivolti vivo nella vasca,
l’acqua bollente rende tenera la morte.
Un paio di minuti è il tempo che ci vuole
per far puzzare il cielo.
Il porco dopo di me non sa nuotare,
gli basterà un secondo per farsi trasformare
nel bianco del carcame scolorito.
Un braccio meccanico mi spinge giù in fondo
nel mare sospeso di rosso.
Il porco ha gli occhi fissi su di me che fremo,
mi opprimo, continuo a calare.
Quando l’inferno non ti brucia più ne fai parte
o non esisti.
Teodora Mastrototaro è nata a Trani nel 1979 e vive a Roma. Ha esordito con la raccolta Afona del tuo nome (La Vallisa, 2009), tradotta dal poeta Jack Hirschman con il titolo Can’t voice your name (CC. Marimbo, 2010). Autrice di testi teatrali tra cui La seconda stanza (Festival delle donne e dei saperi di genere), Inumanimal (vincitore al Festival delle Arti Luccica come miglior atto performativo), A Senza nome (spettacolo patrocinato da Amnesty International Italia e dall’associazione Antigone), Felicia – Frammenti di Felicia Impastato e Alda – Nell’intimità dei misteri del mondo. Direttrice artistica, insieme a Maurizio Evangelista, del festival Notte di poesia al Dolmen. Legati i maiali (Marco Saya, 2020) è la sua seconda pubblicazione poetica.
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Fotografia © Tommaso Ausili
22/01/2021