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***


Chiusi nella ricerca di una parola,

il rito di intuirne la fortuna, l’aderenza

a un oggetto che moriva di fame.

Tutto era lì

nell’esclusione degli altri, loro

che non li pensavi mai, loro

nella camera della desolazione

fingendo che ancora per un po’

poteva andare quel fingere

un’acqua che non scorre.



***


Solo questo starci dentro

che non sa arretrare e la neve

cancella, ma non benedice:

nella tasca ghiaccia il soldino della voce.



***


E dunque dentro ditegli come fare

a parlare le parole o

in silenzio fare

il minuto che non si poté

negli occhi

mai scrivere.



***


Ma questo non è un gioco

dice lo ieri, questo

è il tuo testamento che pazza non

vuoi diventare per salvare

i pazzi negli altri.

Federica Maria D’Amato (1984) ha pubblicato le raccolte di poesia La dolorosa (Opera, 2008), Poesie a Comitò (Noubs, 2011), Avere trent’anni (Ianieri, 2013), A imitazione dell’acqua (Nottetempo, 2017) e La montagna dell’andare (Ianieri, 2023); in prosa I termini dell’amore (CartaCanta, 2016) e il saggio epistolare Lettere al Padre (Ianieri, 2016); ha tradotto e curato la prima edizione italiana di Dove diavolo sei stato? di Tom Carver (Ianieri, 2012) e l’ultima edizione italiana del Libro dell’amico e dell’amato di Ramon Llull (Qiqajon, 2016).



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Fotografia © Michal Chelbin


11/09/2024

Nuovi versi

POESIE DA
“LA MONTAGNA DELL’ANDARE”
DI FEDERICA MARIA D’AMATO

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