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Avevi un estro che saltava il baratro

Una colomba lieve quasi sabbia

Un balsamo di chiostro nello sguardo.

Ovunque le tue mani mi bastavano

Stavo al delta di baciarti

Balzo di stagno perderti dolo del tempo.

Impero di lettura la tua gemma

Ora lapide di fosso il sogno escluso

Badante con il diavolo morire.



***


È vero che l’esca si addormenta

Per non avere né dare dolore.

È vero che l’amo è ruggine

Sotto il cavillo del mare.

Oggi raccomando la scelta di andarsene

Sotto le scene opache del lutto.

Oggi o domani morirò col far

Della falce caduta contro il pasto

Dell’erba. Baraccopoli e sudario

In età infantile. Faccende di dio

Commettere le tombe le calligrafie

D’ergere un vocabolario nuovissimo.

Al palo per essere fucilato

Il cinguettio del tuo passero.



***


Illudi per me l’occaso vuoto

Questa scaturigine di tufo

Per le baracche.

Approdo di gerundio il carcere

Quando da sola urla l’alba

Con la strega della favola vicina.

Il sillabario sotto il letto si è ispirato

Al rancio del soldato sfiatato in trincea

La bocca spalancata contro il fango.

I confini li brevettano gli assassini

Che capestrano cuccioli di angeli.

Mo’ da adesso non sono più cortese

Con le foto che stracciano l’anima

Con le lavagne di scuole malsane.

Restano in coma i fratelli più giovani

Universale lo stallo li percuote

Dacché la fine è prossima e non viene.

Marina Pizzi (Roma, 1955) ha lavorato presso la Biblioteca G. Petrocchi dell’Università Roma Tre. Ha pubblicato vari libri, tra cui: Il giornale dell’esule (Crocetti, 1986), Gli angioli patrioti (Crocetti, 1988), Acquerugiole (Crocetti, 1990), La devozione di stare (Anterem, 1994), L’acciuga della sera i fuochi della taras (Pensa, 2006), Ricette dal sottopiatto (Besa, 2011), Un gerundio di venia (Oèdipus, 2012), Segnacoli di mendicità (CFR, 2014), Feritoie ogivali (Bertoni, 2018), L’andarsene del baro (Camera Verde, 2019), Alfa epifanica dello steccato (Terra d’Ulivi, 2019), Finita locazione (Bertoni, 2020). Queste poesie sono tratte da Infernetti per un apolide (edit@, 2022).



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Fotografia © W.E. Garrett


30/09/2022

Nuovi versi

POESIE DA
“INFERNETTI PER UN APOLIDE”
DI MARINA PIZZI

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