ANTIPORTA
Nella storia così-e-così
accudire gli oggetti con un nome
significa ancorarli
a questo lato carne.
Lei è un oggetto fittizio
di tutti i mondi possibili lei
si fa grado di dolore,
derma e febbre.
Si snatura fino a.
Lei è lei,
oppure è
e non sono io.
***
Allo scoccare dell’ora più calda
Icaro spiumato
precipitò come una moneta
e certo non era più lui, muscoli o anima,
sopra il mare, in caduta.
Il mio volto nel tuo occhio, il tuo nel mio
divento analfabeta del mio sesso
le assenze, tutte, hanno il tuo nome.
Riapri i collant riparati
a tocchi di smalto, e confessi
la prima volta in cui hai
tradito, il frutto
che ti piace o la cicatrice obliqua
dell’appendice.
Sembra enorme il pube
sotto la tua mano.
***
Lo sostiene il vecchio della fiaba:
bianca e rossa, un’anomalia di femmina
una schizzata che fa bolle di saliva.
Se succhi l’ostia e poi desideri
il marito di un’altra
nessuno saprà cosa dire
o non dire
la notte del tuo funerale.
Silvia Righi è nata a Correggio nel 1995 e vive a Milano. Laureata in Lettere moderne presso l’Università Statale di Milano, si occupa da cinque anni di comunicazione ed eventi culturali, collaborando all’organizzazione di manifestazioni come Festivaletteratura (Mantova) e Festa del Racconto (Carpi). Gestisce il gruppo di lettura under 35 presso la Biblioteca Multimediale A. Loria di Carpi. Sue poesie e interventi critici sono apparsi nei blog «Formavera», «Le parole e le cose», «Disgrafie», «MediumPoesia» e «Nuovi Argomenti». Con il racconto Cercate Raperonzolo? è tra i vincitori del bando italo-tedesco 2021 promosso dalla Fondazione Heimann. Nel 2020 ha pubblicato per la casa editrice NEM la sua opera prima, Demi-monde (Premio Pordenonelegge «Poeti di vent’anni», Premio speciale del presidente di giuria – Bologna in Lettere, finalista al Premio Mauro Maconi), con la prefazione di Tommaso Di Dio.
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Fotografia © Justine Kurland
14/01/2022