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Inediti

MAURIZIO MILANO

***


Almeno in natura è concesso

d’essere seme e poi pula

senza farne necessariamente un dramma.


Ieri i succhi e le erbe per scolorire i lividi

ieri l’essere chiarissimi

il poter vedere il lago

che hai in petto

i fiumi radicati sotto i capezzoli.


Oggi non luce specchiata dunque

ma cielo accasciato sulle secche, oggi

solo fiato grosso e gambe flosce

se bacio l’odore d’urina

in cui fugge il sentiero.


Al ritorno lametta

nelle mani indurite

il mio nome, il mio pronome

leggermente sgolato.



***


Penso cose atroci in dormiveglia

c’è una grande festa

calici alti come alleluia

e noi che decidiamo di fuggire

proprio nell’ora in cui l’amaro

finalmente ci fulmina.


Il guardrail fa su e giù,

la strada ondeggia,

casa nostra è in una curva

che prendiamo alla rovescia.



***


Se solo vi fosse semina più dolce

di quella che non si raccoglie,

se solo la primavera non fosse

l’autunno dell’inverno, l’estate dell’estate.


Non c’è dolore che non mi conosce, non c’è gioia

che non mi sorprenda tornare a casa

con la spada in spalla.


Grano della notte, rosario dei tuoi baci,

sono chiamato al banchetto delle stelle nere,

insaziabile voglia di mettere ordine e amare.




Maurizio Milano è nato nel 1991 e vive a Gioia del Colle. Ha esordito con Blatte resupine (Italic Pequod, 2018). Suoi testi sono apparsi su «Poetarum Silva», «Poesia Ultracontemporanea», «Il Segnale».



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Fotografia © Guia Besana


24/06/2025

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