Inediti
LUISA PIANZOLA
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Più alcuna timidezza ci avvicina
gli uni agli altri in diagrammi luminosi
che segnalano le naturali affinità.
Di pura provvisorietà, la natura dei legami
e delle unioni.
Ma di unioni non si può più parlare,
ché il sangue chiama a raccolta solo
gli audaci e i folli.
***
Un lago si è aperto sotto di me
un vuoto d’aria e d’acqua,
immersi vi sono i miei genitori
se ne stanno così in profondità che tra noi,
tra i miei piedi e le loro teste
vi sono chilometri di silenzio.
Verticale, opaco.
Filtrato da strati vischiosi.
Solo così li rivedo, da sopra
ma non sento i dialoghi di casa,
quel tipo di conversazioni.
Si sente solo un sibilo acuto come di cetacei.
Degli esseri viventi, quindi, che si muovono
nello spazio abissale che ci separa.
Non sono sicura che siano morti.
***
Questo è il bel tempo.
Il tempo che non c’è, che leva le tende e sparisce
si solleva da terra e sfuma nel primo strato
dell’atmosfera. Nessuno va più su
o di lato, o indietro.
Non maturano i gigli e le pesche, acerbe.
Si chiudono temporaneamente orifizi
e fughe prospettiche.
La folla rimane in attesa. Socchiuse le bocche
mentre altre stanze precipitano,
si abbassano al suolo come un periodare maldestro.
La scrittura non rincorre il fine riga.
Non passa per l’antica meta del cervello
il punto che arriverà.
Questi siete voi, i descritti.
Questi non saremo mai noi.
Luisa Pianzola è laureata in Storia dell’arte contemporanea. Ha pubblicato i libri di poesia Sul Caramba (Sapiens, 1992), Corpo di G. (LietoColle, 2003), La scena era questa (LietoColle, 2006), Salva la notte (La Vita Felice, 2010), Il ragazzo donna (La Vita Felice. 2012), Una specie di abisso portatile (La Vita Felice, 2015), Il punto di vista della cassiera (LietoColle-Pordenonelegge, 2020) e due plaquettes. Suoi testi sono usciti in antologie, riviste e siti web. Redattrice de «La Mosca di Milano», ha curato per LietoColle il progetto “Serre di Poesia”.
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Fotografia © Karin Andersen
21/02/2022