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Inediti

GIORGIO PAPITTO

CODICE


come vita, tutta inutile tutta scurrile,

vorrei essere in uno scenario digitale


nell’aria che pulsa e morde nelle ossa.


braccato che sono in un coro e canto

di aver un codice eterno per la voglia.


e un codice o famiglia nello schermo.


ma se ricordo la mia postura infantile,

il fil di ferro che stringe le viti ai filari.


quante foglie si aggrovigliano tra loro.



ESTATE


è tutta estate che sta nelle salse sul pane,

in un caldo morire di una pulce che salta.


vedo il mio paese un arcipelago di pelle,

e un pelo morto, scuro di fumo il prato.


senza evoluzione si consuma come una

pura frazione del cuore che è nella bara.


giuliana che è nell’accendino più grande,

su uno schermo, come una massa persa.



RECINTO


come delle estremità pelviche, stai sulla sedia e

mi piace che torni da lavoro e ti conosco dal nastro di stoffa


che smembra. se ti slacci sei un parcheggio, un varco

su cui vado zampettando. è un’impressione che i morsi


che ho sul braccio siano case. ma uscire non mi piace,

mi piace sporgermi e soffiare piano piano sui peli


per indicare la direzione da prendere fuori dal recinto.




Giorgio Papitto (1993) vive a Francoforte e lavora nel campo della sanità digitale. Nel 2020 è uscita, per Arcipelago Itaca, la sua prima raccolta di versi Una bestia che tace. Sue poesie sono apparse su riviste e blog letterari.



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Fotografia © Alessandra Sanguinetti


07/10/2025

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