
Inediti
GIORGIA DEIDDA
***
Mi cucio sulla lingua qualcosa
che assomigli a fiato di zucchero
e cinnamomo,
che estingua la voce dentro
le grida d’aiuto. Tutto quanto
incombe come verità assoluta:
come vita che diventa
e si rifugia.
***
Io avanzo perfino immobile
sopra la terra aperta e scopro
che son tutta lavorata e ugualmente
ricca di pioggia.
Non faccio che osservare
dentro la scintilla e nelle cose
che occupano uno spazio
tra le fratture
la gente nuova e quella perduta.
Buona la terra e buono il mare
se oltrepassa la frontiera
o quando – come me –
si lascia attraversare.
***
Fatemi una maschera
perché suoni un po’ diversa
la mia voce,
ragionata,
e non più nere si facciano le immagini,
il ponte scosso tra i capelli
– per dire sì alle cose
che non hanno metafisica,
tenermi stretta anche la crisi
la prospettiva Nevskij
l’odore del caffè
e respirare
finalmente
rinsavire.
***
Se
mangiavo gli occhi
nel cervello il giorno in cui
caddi coi fogli e i sassi in pancia,
era per farmi passare,
aspettare la luce il rosso
fango che trascino
una finzione
lo spioncino che dall’osso
va nel buio della notte.
Giorgia Deidda è nata a Foggia nel 1994 e studia Lingue presso l’Università di Bari. Già vincitrice di vari premi di poesia, è in corso di pubblicazione – per i tipi di PlaceBook Publishing – la sua prima raccolta di versi Sillabario senza condono.
05/10/2020