
Inediti
GIAMMARCO DI BIASE
***
L’amore è un cane.
Ho sbagliato tutto. La sommità,
cioè come si può guardare una bestia
quel cane ingordo, la stirpe delle bocche aperte
che tira la luna nella catena.
Sono stato un credente, perché ho fiducia
di essere di razza nella stella lapidata.
Il padrone mi abbevera su un presagio anche la
mia lingua in ginocchio che non sa.
Invece apro l’alto verso le labbra
non avendo più fame, senza amore smaltire
la candela servita dal piatto nel boccone.
L’amore è questa fissità che chi è nel male
spaccia per servitù. Chi è nel bene
per misericordia.
***
Esco dal buio, dico così perché la strada
maestra mi guarda. I fuochi
d’artificio a picco sulla spiaggia
sono il mio corpo ripetuto che sente
svenire la sua cellula nervosa. È
l’attimo in cui andare e chiamarsi
insolenti: per un bosco ti schieri
quando ti chiama la stella. A
ferragosto un’onda è una preghiera
dove questo frusciare non è altro
che un allungarsi di vento.
***
Dire che il mondo ti ha chiesto
di essere rotondo per avere
due mani. Una parità
che se adesso scommetti saprà
aderire ai vulcani, all’acqua che la
tocchi con lo sguardo. Ti hanno trovato
morto in un campo dove
vorticano zagare di metadone, succo
d’arancia che adesso ti apre gli occhi
agrumati come il buon vento che
passa sferico sulle tracce del pianeta,
che appare vivo perché pensa al
cerchio e si dirige.
Giammarco di Biase (Foggia, 1993) è giornalista e operatore culturale. Scrive di letteratura su magazine e collabora con il «Corriere del Mezzogiorno». Ha esordito nel 2023 con la raccolta S’aggrinza un astro (Ensemble).
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Fotografia © Alex Webb
03/04/2025