Inediti
FRANCESCO MOLA
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Non immagini quanta acqua
battezzi il ritorno
tra il qui, ora e un aldilà:
la danza di cento moscerini
intorno all’ironia della logica,
il piatto scaldato a tavola,
il coltello nella carne.
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È il maggio dei campi di luna.
Prima dell’afa
che viene e incendia la notte
succhiamo le mandorle verdi.
I muretti di contrada divorano stagioni
(non vedi?)
e nascondono le ossa ai morti
mentre dietro le botti
si fa l’amore col profumo del vino nuovo.
***
Affonda il ghiaccio con il dito,
contrasta i moti ascensionali.
Questo cherry nasconde agli occhi le tempeste
come il mare l’abisso informe.
Dove finiscono, hai chiesto, le parole
quando sfuggono le bocche?
Ruota il dito, ruotalo dentro
il bicchiere,
e butta giù quel grumo
più amaro dell’amore che rimane.
Francesco Mola, 1979, pugliese, laureato in Scienze politiche presso l’Università degli Studi di Firenze, collabora come recensore con riviste culturali e si occupa di scrittura sia in prosa che in versi. Ha vinto, per i racconti, vari concorsi nazionali e sue poesie sono presenti nel volume antologico Come una mezzaluna nel sole di maggio. Ricognizione della poesia pugliese 1975-1994 (Fallone, 2017).
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Fotografia © Petra van der Ree
26/02/2021