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Inediti

CAROLA ALLEMANDI

***


Ma se, nell’ora che pareva nostra,

l’aria non muoveva, e a noi seduti

sopra il tronco restava il riaversi

dopo il lungo giorno soltanto,

non valeva allora quella veglia

serale a dirci meglio quanto poco,

a rendere atto una volta ancora, a

sapersi intatti, ancora, dentro il tempo

sedicenne...



***


Tra i pendii, su, negli affacci il vuoto

declinava in squarci lineari, denti

aperti, mille volte rispetto a noi

più grandi: l’aria asciugava la posa

scomoda che guardando quella sera

scomponeva il corpo, l’atmosfera.

Il giardino sarà ovunque si veda

questa luce, durata troppo poco.


Quindi anche noi ritirati altrove,

verso luoghi freschi. Le stanze accese

irregolari. Essere già nel punto

in cui è perso quel che c’era, mentre

dal fondo qualcuno chiede di essere

riconosciuto, salutato almeno

prima di andare. Manca un suono, l’aria,

il buio è alto. Tra le rocce una cascata.



***


Di quanto, noi tacendo, s’intromette

è dove nel ricordo siamo ancora,

senza cercarlo. Del mondo è l’altro,

sempre l’altro, tutto il resto: e l’affanno

d’averlo. Mentre il giorno ci governa

sapersi dentro come vapore

respirato, confuso all’aria, acque

diverse che si mischiano. Adesso

cedere, portarsi via: dove il prato

è fermo, la frase che mancava.




Carola Allemandi (1997), torinese, è fotografa e autrice. Scrive di fotografia per testate come «Doppiozero», «Snaporaz», «Siamomine» e «La Scaletta». Cura l’editoriale di fotografia “Il contatto degli occhi col reale” per la rivista «Torino Magazine» e la rubrica “Pellicole di Poesia” per il blog «ParolaPoesia». Nel 2022 è uscita la sua prima raccolta poetica, Sembrava il Sole, edita da Progetto Cultura.



*

Fotografia © Henri Prestes


17/10/2024

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