Inediti
LORIANA D’ARI
VAJONT
l’invaso ingravida la valle, singhiozza dalle crepe
non date da bere al monte marcio.
il versante dai piedi d’argilla
slitta. sappiamo ormai
le scosse, le strade palmo a palmo
sconnesse, le fondamenta fradicie. chiniamo
le schiene al tramonto sotto i larici
dove l’acqua che regge il monte gli erode
il fianco, mentre già ci trascina un vento denso
a svanire. e il monte non cessa di cadere
LA DONNA STAMBECCO
la s’indovina di notte dal biancore
della schiena, quasi un’altra concrezione
calcarea o formazione lattescente.
ma trascorre oscuramente nella coltre che
s’allenta e cede quando inarca
la fionda dei tendini ed è nuda la donna
stambecco ora spicca non resta che la scia
dei cristalli di salgemma e come brilla
lassù in alto il precipizio
KITESURFING
le insegne spettrali a mezzogiorno
sul promontorio una ciambella di nubi appollaiata
come un passero covando il sonno
la crêuza è un girotondo d’orme liquide, via
dal sale dei ciottoli, verso
la distesa dell’acqua un coperchio di cadmio e luce
di taglio agli occhi, quando
dal mare riaffiora il tuo corpo
scroscio. e la conca del tronco si
svuota prende quota i pugni stretti alla barra
dell’aquilone, gobba di gatto che s’ingoia il vento
Loriana d’Ari vive a Genova, dove lavora come psicoterapeuta. Ha pubblicato su diverse riviste e blog letterari, e ricevuto riconoscimenti in occasione di vari concorsi, tra cui il premio Gozzano, Bologna in Lettere, Poesia di Strada e la segnalazione per la raccolta inedita al Montano. La sua silloge d’esordio, silenzio soglia d’acqua, è risultata vincitrice del VI premio Arcipelago Itaca per la raccolta inedita (opera prima).
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Fotografia © Luigi Ghirri
20/09/2024